sabato 21 febbraio 2015

Le porche ciliegie di Silvia – libera interpretazione di “Penultima digressione del testo” di Silvia Molesini.



Se mi incastro aspetto in silenzio,
aspetto domattina,
domattina dicono gli occhi svelti,
quelli di me stessa sorellina accesa clic! ansiosa
che vorrebbe chiedere ogni cosa
sai, domandare e mai niente resti.

Certo si trasforma, come farebbe sennò
come farebbe,
ha mille paure, una per sera,
sera sera sarà sera serà stasera sarà
sera non dandole un peso mi passerà.
Illesa che sono, mai fatta una guerra.

Mi acciambello fremente sicura del punto
consona, inebetita, tavorizzata, poco male
ripeto a due a due le poesie che ho finito
ristagnano minacciose le frasi delle cene,
se non le metto lì mi rimangono
appese al dormiveglia, come ciliegie
più di ciliegie
porche, poche ciliegie
nel nessun prato.

Allora se devo pensare in cosa si trasforma lei
mi trasformo io e aspetto nel silenzio
aspetto domattina
il domani mattina che rivorrei insegnarti, occhi svelti,
sorellina poderosa ancora sfacciata, lo sai,
sai bene che chiedere troppo equivale a rimanere senza.

E ascolto la voce dei suoni,
uno per ogni volta feroce.
Riuscissi a sopprimerti senza vergogna
riuscissi a gestire il tuo straripante potere.

Così mi faccio caldo col sorriso convincente del mio cane
gli canto piano strofettine zoppe
sempre sentite, sempre dette, finte e vere
e sotterro la persecuzione
paracosciente, parafiorita, parafulmine
più in alto che posso
a paradiso

a molto paradiso

e poco bel peccato.



(Tratto da "Ritagli per Signora", LSW, 2010)

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