sabato 21 febbraio 2015

Le città mirabili di Amilga – libera interpretazione di “Le città mirabili” di Amilga Quasino.



Topazi come occhi
o biglie di ginepro
Si vive tra rovi
nella città di tenebra
L'unico appiglio è un morso
all'incanto di ragna.
Da finestre e serrature, dal comignolo rotto
il padre, il figlio e lo spirito santo
giocano all’incesto.
Città matrona di fate catalane,
ventre passito e fado tra le gambe,
le trine fra i crini e le gonne calanti.
E torno arrancando sui muscoli
con falangi armate di sesto acuto
di fica chiavarda sospesa nel vuoto
di fica propensa a sorreggerti muto
Ma tu sfotti di dita e veleggi di lingua
lunga assorta al sapore di alimenti
e ventili e bruci
e volteggio bianca in circonvoluzione cerebrale,
modica di spasmi
assoluta assoluta
assoluta.


(Tratto da "Ritagli per Signora", LSW, 2010)

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