domenica 22 febbraio 2015

Flavio Toccafondi – Vi tiravamo sassi




1996: me ne sto sdraiato su un materasso appoggiato su una porta di legno. La rete non c'è, non c'è mai stata, chi lo sa. La stanzetta si trova a Borghetto Santo Spirito, in provincia di Savona. Ho appena iniziato il servizio civile e dormo in questa palazzina che di giorno ospita i servizi sociali. La mattina i vecchi bussano al vetro sin dalle sette, non fanno la fila, non sono ordinati.
Con me c'è Gianni, conosciuto solamente qualche giorno prima e che in breve diventerà un amico fraterno. Ci assegnano ai servizi sociali ma ci cacciano immediatamente perché scopriamo alcune magagne e li costringiamo a licenziare un'assistente sociale che rubava agli anziani. In quei pochi mesi rischiamo di far morire una vecchia per motivi che non dirò qui.
Le giornate passano così: ci danno un motorino e i vigli ci fermano: "Va bene che ci andate in due, passi che siete senza casco ma contromano, cazzo!".
Ci danno una macchina e ce ne andiamo in giro per la Riviera, per librerie.
La casa non è male, in due ci si sta bene: fino a qualche giorno prima c'era anche un terzo obiettore, un Dj di Minervino Murge che si autodefinì Dino The Fox. Impazzì in pochi giorni: il silenzio di due che leggevano doveva essere davvero impossibile da sopportare.
La casa non è male: ci mal nutriamo e passiamo le serate sul terrazzo a bere birra, osservando la gente che parcheggia.
Nei ritagli di tempo inizio a scrivere "Vi tiravamo sassi", a mano, su un registro Buffetti rubato al piano di sotto nel magazzino del Comune.

Di cosa parla? Di quel periodo, di un amore che se n'era appena andato e che cercai di raccontare così, dandogli una vita diversa. Parla di quella piazza, di quel terrazzo, di quei treni che passano tra le case, lì in Liguria. E di amicizia, soprattutto.




Il libro è scaricabile gratuitamente qui.
https://smithlaforgue.wordpress.com/2013/02/17/flavio-toccafondi-vi-tiravamo-sassi/







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