domenica 5 aprile 2015

La buona legge di Mariasole



"Bellissimo": a questo ho pensato perdendo con gli occhi l'ultima frase dell'ultimo libro di L.R. Carrino.
Perché bellissimo, questo libro, lo è davvero: e complesso e duro e spietato ed elegante e scritto con quella penna sopraffina che Gino, tra i pochi, davvero possiede.
Qualche anno fa ho avuto l'occasione di leggere Acqua Storta, il romanzo che precede "La buona legge di Mariasole" e di vedere il recital stesso: Mariasole già la conoscevo e anche in me era nata la curiosità, la domanda, sul "dopo" Acqua storta. Cosa farà adesso Mariasole?
Fa quello che ogni donna avrebbe fatto: protegge e si protegge, attaccando. Ma qui abbiamo una Medea al contrario, una donna che per salvare il figlio supera se stessa, le proprie paure, il proprio copione familiare. Diventa "Donna" per continuare a essere Madre.

Non la faccio lunga: il libro va letto, merita davvero.

C'è un passaggio, a metà libro, in cui si racconta di un'uccisione fuori da una pizzeria: in poche righe Gino ti porta lì, tra quei balconi in cui la gente vede e si scambia gesti rapidi, in cui le mani del pizzaiolo, di fronte a un morto ammazzato, vanno sui fianchi e non tra i capelli. Ti porta in una città abituata a tutto e per questo incapace di essere stanca di se stessa.

Il libro ha la copertina gialla, pertanto non avete scuse: è facile da individuare nella vostra libreria di fiducia, a meno che non siate daltonici.

Ma in quel caso avreste attraversato con il rosso e insomma.

Bravo, Gino.






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