Ciao Cino: dunque, per iniziare questa intervista dovremmo dire chi sei, cosa è Samiszdat e, con un piccolo passo indietro, cosa è la Biblioteca Clandestina Errabonda.
Chi sono è la cosa meno importante immagino ma, per onore di cronaca, diciamo che sono Alessandro Cinelli. Come chi sarebbe? Valente autore di prosa e, soprattutto, lettore onnivoro e facile all'innamoramento. Che poi questa cosa non è neanche troppo vera. Non sono così facile all'innamoramento. Ma quando un testo mi tocca, quando uno stile mi colpisce, mi faccio prendere decisamente la mano.
Parlami della Bce, come nasce e perché
La BCE nasce dal bisogno di spargere il contagio. Per dirla semplice, per una serie di motivi che non sto a spiegarti ma che sai, alcuni anni fa mi decisi a dare il mio contributo alla divulgazione di alcuni autori che conoscevo da tempo, da un punto di vista letterario, a un pubblico che non aveva avuto modo di leggerli prima. Ho trovato terreno fertile a Livorno e un gruppo, neanche troppo sparuto, che si è messo a seguire le serate. Il trucco era semplice: legare una cena all'incontro letterario spogliandolo quindi di ogni struttura e mettere gli autori non su un palco ma a stretto contatto con potenziali lettori. La cosa ha funzionato. Probabilmente anche la stoffa del conduttore ha avuto il suo peso. Ma la forza della BCE sono stati gli autori. Ricordo una serata con Gino (L.R. Carrino – ndr) che fu fantastica e Ale (Alessandro Ansuini – ndr) fu un colpo per i miei lettori. Poi c'entra molto anche la casualità. Se ricordi, circa sei mesi prima della nascita della BCE, facemmo una serata per presentare “Rifrazioni” (libro nato da un’idea di Guido Conforti e che vedeva impegnati dodici autori - ndr). Quella fu una serata magica. L'atmosfera era proprio quella giusta e da lì nacque il primo abboccamento con quelli del centro sociale. Era ancora un'idea informe ma prese velocemente una fisionomia che poi è rimasta invariata. Quando due anni dopo mi sono trasferito a Parma ho semplicemente ripetuto l'esperienza, che non poteva essere lasciata così a mezz'aria. Lara ha avuto una grande influenza in questo. Lei pensava (spero lo pensi ancora) che dovevamo proprio farlo. Da allora la BCE non è solo me, altrimenti non sarei riuscito a fare tutto il resto.
Ma anche il cenacolo, dopo un anno di attività iniziava a mostrare la corda e le energie scarseggiavano. Nasce allora Samiszdat. Nasce perchè, durante le presentazioni, ci mancavano proprio i libri che intendevamo promuovere. O se li avevamo erano bruttini. E dato che siamo piccoli esteti abbiamo deciso di realizzare la collana per eccellenza, piena di contenuti, ma anche bella come oggetto, molto raggiungibile (parlo di economia) ma anche, in qualche modo, alta. Avevamo alle spalle le esperienze dei Figli belli, della Smith & LaForgue e della Libera Stamperia Wang di cui siamo sicuramente figli putativi. Ma avevamo anche l'aspirazione a costruire una cosa un po' più professionale che potesse essere mostrata anche ai "sordi" senza che dovessero storcere il naso.
Scusa se ti interrompo ma siccome facciamo come ci pare, sarebbe suggestivo immaginarci davanti alla madonnina di Civitavecchia, quella che piange senape. Siamo seduti a gambe conserte, condizione che non ci permetterà di alzarci agilmente al termine dell’intervista. In mano abbiamo due cedrate scadute.
OK! Mi siedo
Con questa intervista, la Libera Syamperia Wang intende avviare un ciclo di dialoghi con gli editori clandestini. Per farlo, nel tuo caso, mi avvarrò dell’aiuto di alcuni tra gli autori presenti nella tua collana. Alcune domande saranno ripetitive ma devi sapere che nessuno di loro conosceva le domande poste dagli altri.
Bene, appoggia il bicchiere sulla madonnina, e rispondi:
Me ne farò una ragione.
Iniziamo da Antonio Koch.
Via.
“Vorrei chiedere a Cinelli quando e come ha fumato la sua prima sigaretta, ma soprattutto perché, e poi anche quale è la sua attrice preferita e perché?”
Facile facile. Prima sigaretta a quattordici anni. Perchè è un po' più complicato. Potrei dire perchè volevo essere grande o uno stupido. E ci sono riuscito perfettamente.
La mia attrice preferita invece è una categoria fluttuante, vado a periodi. Da qualche tempo la Sarandon è in discesa
Mi vai sul retrò…
Sono retrò.
Roba per amatori.
Antiquari.
Tipo una Ka viola del 93… cose difficili.
Avrei detto una 127 blu del 1985. E’ stata la mia prima macchina, ora mi commuovo…
Speriamo di no. Mi imbarazzerei.
Aveva i ribaltabili. Oh, io lego molti dei miei ricordi giovanili alle meraviglie tecnologiche della 127.
Immagino…. Ma suppongo che Lara lì accanto non le voglia conoscere …
Mi sta prendendo per il culo: lei dice che la 127 era scomodissima. Ma Koch cosa aspetta a cambiare pusher?
Passiamo a Venerandi.
Vada per Venerandi.
“ Non hai paura che tutto quello che hai fatto, da un giorno all'altro, smetta di esistere?”
Dissi a Guido Conforti una volta che tutto scomparirà prima o poi. Ma questo non è un buon motivo per non combinare qualcosa. Paura? Sì.
Maeba Sciutti
“Chiederei se Samiszdat nasce come reazione a delle esperienze non edificanti con l'editoria affrancata (o pseudo-ufficiale o comelavogliamochiamare), diciamo quella dotata di codice isbn, da Liberodiscrivere alla Einaudi e, se sì, da quali. Ma chiederei anche qual è, fra i romanzi a firma Cinelli, il libro a cui è più legato e perché.”
No. Non come reazione. Come alternativa. perchè non trovavo soddisfacenti i libri che venivano "prodotti", inadeguate le scelte editoriali; il commercio è una bestia strana.
Accettavi la logica del pagare per pubblicare?
Mai. E' una cosa stupida. Anche se tu riuscissi a non farlo sapere a nessuno e ti facessi passare per un pubblicato vero la mattina davanti allo specchio dovresti comunque fare due conti.
La tua scelta attuale è sicuramente figlia di questo rifiuto "culturale", quindi .
Un libro pubblicato a pagamento è un imbroglio. Quindi l'unica alternativa è l'autoproduzione. Non a caso Samiszdat vuole essere una garanzia. Noi diciamo ai nostri lettori che la faccia ce la mettiamo e che garantiamo quello che pubblichiamo.
Mauro Mazzetti (I Figli belli – ndr) diceva che i suoi libri costavano un euro così i ricchi non se li potevano permettere. Ho sempre trovato questa frase geniale e rivoluzionaria.
Sì. Mauro ha spesso uscite geniali. Ma devo ancora una risposta. Il libro cui sono più legato è “Gialla” perchè è l'ultimo. Ma non per retorica, soltanto perchè è il mio frutto più maturo.
Direi anche il libro che più degli altri ti ha violentato…
Sto migliorando. Cerco di farlo.
Mi è sembrato, leggendolo, che quasi lo subissi, quel testo.
Abbastanza vero.
Ti ho immaginato trascinato, impotente, rapito.
Ho sempre detto che solo la distanza permette di scrivere bene. Per “Gialla” ho dovuto cercare di annullare la distanza. Una volta parlammo di come scrivere non sia un processo gradevole anzi, quanto riesca doloroso, si sputa il veleno, che a sputare le saponette ci pensa Moccia. “Gialla” porta dentro molto nero che è la mia parte più interessante, temo.
Luigi Romolo Carrino
“Vorrei sapere, se c'è, il nome di un autore che vorresti in Samiszdat e che invece ti ha rimbalzato.”
A Gino rispondo che c'è stato un autore che volevo a tutti i costi. Era stato il primo a cui avevo pensato e avevo pensato a un suo libro in particolare. Eravamo all'inizio, erano usciti solo quattro libri, gli chiesi se era interessato e lui mi disse di no o meglio che voleva capire cosa stessi facendo prima di darmi qualcosa .
L’autore che volevo si chiama Guido Conforti e ha pubblicato un capolavoro con Samiszdat. Non ci sono autori che mi mancano. Ho raccolto quelli che per me erano i migliori. Poi, se ne spuntano di nuovi, sono molto felice. Dobbiamo ancora arrivare al numero trenta che segnerà la fine della collana.
Ah! Colpo di scena …
Samiszdat deve restare una cosa definita. Poi vedremo cosa fare di nuovo. La BCE non chiude di sicuro. E inizio a intravedere nuove prospettive editoriali ma ancora non ho definito la forma.
“Sono talmente avanti che se mi volto indietro vedo il futuro”.
Sto pensando a qualcosa di molto contaminato ma è presto per parlarne. PS io se mi volto vedo il futuro anteriore. E comunque, tanto per spiegare, Samiszdat, in questo modo, non sarà mai finita. Si parlerà di questa collana per tutti gli anni a venire e quindi fa parte a pieno titolo del futuro: è una cosa già definita che ancora si deve avverare.
Amilga Quasino
“L'editoria clandestina è/potrebbe essere considerata anche "internazionale"? Cioè: la lingua che origina il testo è traducibile nuovamente in poesia? E, se sì, secondo quali parametri rispetto alla poesia internazionale autorevolmente tradotta?
E inoltre: sarebbe disponibile l'editore Cinelli a promuovere delle traduzioni clandestine non ufficialmente autorizzate? È considerata questa azione ad alto rischio?”
E' considerata azione ad alto rischio. Proprio per questo Samiszdat è pronta a farlo. Ma chiaramente il parametro essenziale è che l'autore partecipi attivamente alla traduzione, alla trasposizione direi. Già Ansuini ha pubblicato con noi “Eudemonia” bilingue. Samiszdat crede che spargere oltre confine il verbo sia cosa giusta. Ma non si occuperà di traduzioni. Samiszdat potrebbe pubblicare le versioni in altre lingue dei suoi libri se gli autori fossero interessati o se qualcuno da fuori provasse a dimostrare interesse per questo.
La lingua originale non è traducibile, come dimostrano molti terribili tentativi. Ma l'autore può salvare la trasposizione facendone un'opera diversa ma contigua.
Oggi sono in vena di citazioni: diceva Benedetto Croce, “ Meglio una traduzione bella e infedele che una brutta ma fedele”.
Sicuramente vero. Credo che si dovrebbe proprio abbandonare l'idea di traduzione. Si possono fare cose diverse, anzi, si dovrebbero fare. Amilga Quasino potrebbe essere una di queste.
Guido Conforti
“2010: scrivere in forma compiuta e stampare un libro sono forme accessibili a chiunque. Il miracolo sta nel tempo dedicato alla lettura. Com'e' che Samiszadt pensa di proseguire nella suddivisione dei pani e dei pesci?”
Samiszdat tiene dritta la barra. Pensando che la coerenza alla lunga paghi. Ho scoperto già da alcuni anni che quando dai a qualcuno un buon libro esso germina. Magari genera una catena corta ma la genera. Ho un'amica che, ad oggi, è la prima tifosa di Artur Scantini che le ho fatto leggere anni fa. Ansuini ha alcuni tifosi a Livorno. E spargo i tuoi libri in giro con sempre minore difficoltà. Se l'onda lunga funziona siamo a cavallo. Carrino a Parma è un semidivo (nel nostro giro). E poi lavoro, lavoro, lavoro, promozione laterale, tentativi di facilitare il passaparola. L'innamoramento, in questo, aiuta.
Mi dai qualche numero di Samiszdat?
Allora: 24 libri prodotti. 1221 copie vendute. 4951 visite al sito. 25457 letture delle anteprime on line. Libri sparsi in 29 province italiane e 2 straniere.
In una tua recente uscita hai avuto modo di dire che non eri propriamente soddisfatto.
No, non sono soddisfatto. Vorrei aver fatto di più. So che ci sarebbe la possibilità di fare di più.
Ma intendevi dire che desideravi che un tuo autore sfondasse?
No, io non credo nello sfondare. Se mi chiedi cosa penso dei miei autori ti dico che fra loro ce ne sono alcuni che verranno ricordati. Ma sono anche abbastanza sicuro che difficilmente “sfonderanno". E sticazzi. Se quello era l'obiettivo non facevo Samiszdat. Però sono convinto che le sacche di resistenza sono più ampie e ancora non le abbiamo raggiunte. Non tutte. C'è il limite del web e le facilitazioni del web.
Quindi la tua delusione è legata al fallimento della forma editoriale on line, inevitabile se non associata a qualcosa che la porti fuori dal web.
Non propriamente. Dico che ci sono pochi lettori interessati alle pubblicazioni non ufficiali. Abbiamo iniziato da poco. Non noi BCE. Noi editori clandestini. Esistiamo da poco. Ancora non esiste un'abitudine a leggere cose che vengono distribuite in modo diverso dal solito. E poi, un anno non è sufficiente per raccogliere risultati di molto superiori. Però, se avessi avuto la forza e le possibilità di organizzare una lettura a settimana avrei spacciato molti libri in più … Non sono mai venuto via da una presentazione senza aver venduto libri.
Ma a livello di impressione, credi che uno dei limiti sia l'acquisto on line?
L'acquisto on line è un limite ma il porta a porta è escluso a meno che non troviamo dei volontari. Alcuni anni fa avevo pensato di costituire un circuito di pusher letterari. Potrebbe essere una bella via da percorrere. Ce ne vorrebbe uno in ogni città.
Negli Stati Uniti esiste una formula della quale non ricordo il nome,in base alla quale fai girare un libro o meglio, lo leggi e poi lo abbandoni e chi viene dopo di te fa lo stesso. Rotazione infinita.
Il book crossing.
Ecco, quello.
Molto bello. Ma ci vogliono i lettori. Oppure si potrebbe pensare di fare dei libri appositi.
A quello pensavo…
O una formula italiana più bella. Lara dice che si potrebbe praticare, sarebbe una via interessante. Certo, un po' di soldi finirebbero in fumo. Resta il problema di non sapere se e chi legge il libro.
Lara prende fuoco facilmente, mi sa.
Lo sai che mi hai dato un'idea. Ora ci rifletto un po' ma è fattibile.
Rosamaria Caputi
“Ecco, Cinelli, ti chiedo coi due punti: ma se questa editoria clandestina diventa trendy trendy (due volte) da far invidia a quella trendy (una volta). Insomma diventa più trendy di quella che trendy lo era già e noi non ci si teneva affatto. Cinelli, che si fa? “
Sarebbero cazzi. Noi non siamo affatto trendy. Ma è un rischio effettivo. Ma sono fiducioso che la qualità scoraggi. Perchè mai uno dovrebbe fare tutta quella fatica quando può leggere la Tamaro o Stieg Larsson? Lo sto leggendo adesso e me ne sono pentito a metà del primo libro. Sono tre tomi da seicento pagine l'uno. Non so se riuscirò. Forse dovrò convivere con questo fallimento
Hai qualcosa contro la Svezia?
Sì. Stieg Larsson.
Comunque, rispondendo a Rose, ammetto di non essere stato sfiorato dall'idea. Già dall'inizio ho voluto che fosse chiaro anche all'interno dei libri che la proprietà è dell'autore per cui, in caso….
Chiede Mauro Mazzetti se tutti i suoi sogni di editore sono ancora vivi.
Ne ho di nuovi. E poi, finché non si avverano... Magari illuso, ma non disilluso.
L’ultima domanda la tengo per me: Cino, meglio in teoria o in pratica?
Questa è dura. La teoria ha un sacco di pregi. Niente freni e nessuna possibilità di rimanere fregati. Ma non ha controprove. Diciamo che è meglio la teoria solo dopo averla praticata a posteriori.
Si fa una marzullata?
Dai.
Fatti una domanda e datti una risposta.
E poi mi mando anche a fare in culo?
Eh.
E poi mi aspettavo quella dei sogni che aiutano a vivere…
Sai, oggi riflettevo sul mio incubo peggiore: vuoi che te lo racconti?
Sì, poi ti racconto quello di Lara.
Ho paura di svegliarmi in una sala da ballo piena di anziani che fanno i balli di gruppo. Mi cagherei sotto. Li temo. Queste onde di anziani che si muovono a unisono. Mamma mia.
Lara si sogna uno che, fuori scena, le grida:"Grassona!" e si sveglia tutta incazzata con me. Ma questa nell'intervista non mettercela.
No, no, figurati. Ti pare. Come potrei.
Bene, si chiede il conto?
Per due cedrate? Offro io.
Allora vado a spegnere la luce azzurra che illumina la madonnina che piange senape. Tu hai ancora la 127?
Non più. E' rimasta negli anni della giovinezza. Ho una Punto diesel. Però ha i ribaltabili.