domenica 10 maggio 2015

La lettura è andata bene




La lettura è andata bene, sì, 
abbiamo caricato due rumene, due ginnaste, s’intende, 
hanno fatto il numero della palla e del fiocco, le abbiamo 
applaudite, consacrate, medaglia d’oro, s’intende, 
a entrambe, certo, prime assolute.

La lettura?

È andata bene: abbiamo letto, detto, la gente si è divertita, 
pareva ascoltassero; no, non ci hanno pagato, neanche il rimborso
spese: vuoi mettere la soddisfazione?

Come “hai speso duecento euro”?

Le spese, ci sono le spese, hai investito duecento euro, volevi dire. 
Se è così,  certo che ho speso duecento euro; c’era il biglietto del treno 
e la stanza e poi lo sai che mi cago sotto, c’è voluto da bere 
e il biglietto dell’autobus. A Genova stavano costruendo la metro, 
lo sai? Arriverà fino a De Ferrari.

Ma non t’importa niente eh, 
sei arida, cazzo, tu se pensi alla metro pensi ai topi 
o agli scavi e io no, io da genio quale sono 
penso alla Danimarca e ad Amleto; il punto 
è che tu associ e io creo, vedi, vado di fantasia, mi illumino 
di immagini e partorisco atti. 
Per questo non intendo rispondere alle tue provocazioni.

Che vuol dire “sei ubriaco”?
Ti sbagli, giovanotta, ti sbagli e anche di molto. 
Qui c’è poco da ubriacarsi, si fa l’arte, e io sono un poeta,
capisci e tu dovresti ringraziarmi e coccolarmi e baciarmi ogni volta 
che mi vedi assente e invece guarda cosa mi tocca sopportare, 
le umiliazioni!

Ma sai che ti dico? 
Io ti sposto i mobili e ti lascio interdetta.
Perché tu vivi di ordine preciso, ti abitui alle idee
come alle cose e il resto non ti occorre.
Pensi allo stipendio come a un riparo dagli eventi
ma per me, che sono un faggio, i soldi sono liquidi
sono vino 
e me li bevo.

Per cui fine del discorso: lasciami qui a benedire i miei passeri sul balcone
ché io sono un santo 
e tu la tentazione.


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